Mika Hakkinen

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view post Posted on 19/8/2013, 15:26
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Mika Häkkinen si avvicinò al mondo dei motori già da piccolissimo, alla tenera età di cinque anni, quando gli fu regalato il primo kart dal famoso pilota di rally Henri Toivonen, suo connazionale.[2] All'età di 10 anni il giovane finlandese vinse il primo titolo regionale, il Keimola Regional Karting Championship; successo che ripeté l'anno successivo. Nel 1981 Häkkinen conquistò il Finnish Karting Championship, nella categoria F-mini series, titolo conquistato anche nei 5 anni successivi, passando di categoria, prima nella FN series e poi nella FA series.
Formule minori

Il 1987 fu l'anno del debutto in monoposto, in Formula Ford 1600, serie in cui il finlandese vinse il titolo al primo tentativo, risultando campione per somma dei punti fra piloti finnici, svedesi e nordici (Finnish, Swedish and Nordic Champion Summary Results).

Nel 1988 il finlandese vinse 2 titoli col team Dragon: la GM Opel Lotus Series e il British GM-Vauxhall Series.

I risultati ottenuti in Formula Ford e in Formula Opel Lotus fanno sì che Häkkinen l'anno successivo approdi in F3 ancora col team Dragon-Toyota. Al termine del campionato, vinto da Allan McNish con 72 punti, il finlandese arrivò 7°, conquistando 18 punti. Il miglior risultato della stagione fu una pole position e un secondo posto a Brands Hatch.

Dopo un anno di apprendistato, l'obiettivo del finlandese era la conquista del Campionato. Häkkinen approdò nel West Surrey Racing-Mugen Honda e i risultati non tardarono ad arrivare. Conquistò 11 gare delle 21 totali cogliendo 19 piazzamenti a podio.

Vittoria del Campionato con 126 punti davanti al connazionale Mika Salo con 99 punti. Si aggiudicò (senza prendere punti per il campionato) anche una gara di Formula 3 del campionato italiano, disputata ad Imola.

Grazie all'abilità del manager del finlandese, l'ex pilota di F1 Keke Rosberg, unita ai risultati ottenuti da Mika, Häkkinen riuscirà a firmare un contratto col team di Formula 1 Lotus a soli ventuno anni, un caso non comune per l'epoca, come successo anche a Michael Schumacher, anch'egli giovane promessa della Formula 3, il cui debutto avvenne alcuni mesi dopo.
Formula 1
1991-1992: Lotus

1991

La Lotus che fu di Mika Häkkinen nella stagione 1991.

Häkkinen debuttò quindi in F.1 nel Gran Premio degli Stati Uniti 1991 alla guida di una Lotus-Judd. Come Ayrton Senna, dalla F3 inglese il finnico passò alla massima serie dell'automobilismo su pista senza correre prima per la categoria cadetta, la F3000 (già Formula 2). La Lotus di quell'anno era una delle peggiori che la scuderia, ormai in declino, abbia mai portato in pista. All'esordio, si qualificò 13° e in gara incontrò il ritiro al 59º giro per noie meccaniche. Nel corso della travagliata stagione 1991 Mika conquistò due punti, frutto del 5º posto nel Gran Premio di San Marino.

1992

La nuova monoposto risultò sufficientemente competitiva, e i risultati non tardarono ad arrivare; undici punti totali (sei piazzamenti utili con due quarti posti a Budapest e Magny Cours come miglior risultato) gli valsero l'ottavo posto nella classifica del mondiale con undici punti e soprattutto l'interessamento della McLaren.
1993-2001: McLaren

1993

La McLaren propose a Häkkinen un ingaggio per il '93. La sua effettiva partecipazione in gara era però subordinata alla decisione di Ayrton Senna: se questi avesse deciso di continuare a correre con la McLaren, Häkkinen avrebbe dovuto accontentarsi di fare il collaudatore, essendo l'altra vettura già assegnata a Michael Andretti. Il finlandese accettò, nonostante altre scuderie di minor spessore gli proponessero contratti da prima guida. Häkkinen rimase con la McLaren fino alla fine della carriera. Iniziò il 1993 come tester, ma corse le ultime 3 gare in sostituzione dell'appiedato Andretti. All'esordio con la scuderia inglese, durante le qualifiche del Gran Premio del Portogallo ad Estoril, riuscì a piazzarsi in griglia in terza posizione, davanti al compagno di team Ayrton Senna. In gara il finlandese fu costretto al ritiro per incidente. Nel Gran Premio del Giappone Häkkinen riuscì a giungere terzo conquistando il primo podio della carriera, dietro al compagno Senna e Prost.

1994

La vettura che Mika Häkkinen utilizzò nella stagione 1994.

Nella stagione 1994 venne confermato come prima guida in McLaren e conquistò 26 punti con 6 arrivi a podio (il primo a Imola nel giorno della morte di Senna) e il 4º posto finale nel campionato, nonostante un motore Peugeot spesso inaffidabile e poco potente. Nota positiva della stagione fu il secondo posto ottenuto sul circuito di Spa-Francorchamps dove le doti di guida del finlandese sopperirono alla mancanza di potenza del propulsore francese. Nel corso dell'ultima prova stagionale, nel Gran Premio d'Australia ad Adelaide, durante la gara perse il controllo della sua vettura che, dopo una serie di testacoda, urtò con il retrotreno contro le barriere di protezione senza però riportare danni.

1995

Nel 1995 avvenne nel team un cambio di motorizzazione, con il passaggio dalla Peugeot alla Mercedes, che ancora oggi fornisce i motori alla scuderia inglese. La monoposto era da posizioni di metà classifica. A fine anno i punti conquistati dal finlandese furono 17, in particolare grazie ai due secondi posti a Monza e a Suzuka. Durante le prove dell'ultimo appuntamento mondiale, in Australia, Häkkinen ebbe un gravissimo incidente durante le prove libere del venerdì a causa di un'improvvisa foratura dello pneumatico posteriore sinistro (probabilmente a causa di un cordolo).[3] Il pilota entrò in coma, rimanendovi per due giorni.[4] Il collega austriaco Gerhard Berger, dopo esserlo andato a trovare al Royal Adelaide Hospital, riportò che Häkkinen era ferito alla lingua, aveva perso molti denti e presentava una frattura dello zigomo.[3] I medici riportarono per la stampa che il finlandese presentava una frattura alla base del cranio.[5] Hakkinen, risvegliatosi il 12 novembre, venne tenuto per alcuni giorni in terapia intensiva, sotto sedativi, ma si riprese in fretta e a dicembre annunciò il ritorno in Formula 1.[6]

1996

Ripresosi perfettamente e relativamente in breve tempo, nel 1996 riuscì a migliorare il suo punteggio, conquistando 31 punti finali e la 5ª posizione nel mondiale, dietro al Campione del Mondo Damon Hill, il debuttante Jacques Villeneuve, Michael Schumacher e Jean Alesi. Questo fu, inoltre il primo dei sei anni della convivenza in McLaren tra lo stesso Mika e David Coulthard.

1997

La McLaren MP4/12 guidata da Häkkinen nel 1997.

Nel 1997 il finlandese riuscì ad aggiudicarsi la prima pole position della carriera al Nurburgring, e la prima vittoria nell'ultima gara della stagione (a Jerez, in Spagna). Inoltre Mika prima del trionfo nell'ultima gara sfiorò la vittoria in più occasioni (a Silverstone e al Nurburgring). Conclude la stagione con 27 punti e il 7º posto nella Classifica Piloti, il 6° dopo la squalifica di Michael Schumacher.

1998

Nel 1998 avvenne la svolta decisiva. La MP4/13 fu la prima monoposto McLaren progettata da Adrian Newey, ingegnere aerodinamico che ebbe il merito di aver progettato le migliori monoposto nell'era del dominio Williams. Häkkinen aveva finalmente una McLaren più che competitiva, grazie anche al passaggio dal fornitore di pneumatici Goodyear ai più efficaci Bridgestone. Il finlandese riuscì con 8 vittorie e 13 piazzamenti nella zona punti in 16 Gran Premi ad aggiudicarsi il titolo di Campione del Mondo con all'attivo 100 punti, davanti al ferrarista Michael Schumacher con 86. Inoltre si rese autore di ben 9 pole position stagionali. L'anno iniziò nel segno della McLaren e di Häkkinen che nelle prime 6 gare vinsero in ben 4 appuntamenti. Tuttavia nelle successive tre gare Schumacher ottenne tre primi posti che gli permisero di portarsi a -2 dal pilota McLaren nella classifica piloti. Häkkinen, poi vinse in Austria e in Germania riallungando sul tedesco. In Ungheria e in Belgio raccolse, invece, solamente un punto anche se Schumacher non ne approfittò pienamente visto che vinse solo nel Gran Premio di Ungheria ritirandosi a Spa mentre era primo a causa di un contatto con l'altro pilota McLaren David Coulthard. A Monza nel Gran Premio di Italia si impose Schumacher e Häkkinen terminò solamente quarto a causa di un problema al cambio. A questo punto della stagione i due contendenti si trovavano in testa alla classifica a quota 80 punti a sole 2 gare del termine. Al Nürburgring Schumacher ottenne la pole ma terminò la gara secondo alle spalle del rivale. Si arrivò a Suzuka con il titolo ancora in palio seppur Häkkinen risultava nettamente favorito anche per la superiorità della McLaren sulla Ferrari manifestatasi nel corso del campionato. Nell'ultimo atto della stagione vinse ancora Häkkinen con uno sfortunato Schumacher che aveva fatto la pole al sabato, ma era stato costretto a partire dall'ultima posizione in griglia causa un problema occorso sulla sua Ferrari e che aveva fatto una bella rimonta in gara prima di doversi ritirare per un problema ad una gomma. Häkkinen vinse quindi il suo primo titolo mondiale.

1999

Mika Häkkinen impegnato al Gran Premio del Canada 1999 con la sua McLaren MP4/14.

La MP4/14, sempre nata dalla matita di Newey, fu anch'essa una vettura competitiva capace di lottare per la vittoria, anche se più fragile del modello precedente. La scalata verso il Titolo Mondiale fu più difficile che nel 1998. Nonostante una Ferrari più competitiva, Schumacher finì fuori dai giochi già a metà stagione a causa del grave incidente durante il Gran Premio di Silverstone. Il mondiale sembrava dunque più vicino per Häkkinen, ma nonostante ciò il finlandese poté festeggiare il secondo titolo iridato consecutivo solo dopo l'ultimo Gran Premio di Suzuka nel quale riuscì a vincere terminando davanti a Michael Schumacher e all'altro ferrarista Eddie Irvine concludendo così il mondiale con 76 punti e staccando di 2 punti Eddie Irvine che concluse secondo con 74 punti. L'anno non iniziò nel migliore dei modi per Mika che si dovette ritirare nel corso del primo Gran Premio a Melbourne. La prima vittoria della stagione, comunque non tardò ad arrivare e giunse nel secondo Gran Premio del Mondiale in Brasile, ma il finlandese nella successiva gara sbagliò ancora e non andò a punti. Quindi concluse terzo a Monaco, primo a Barcellona e in Canada dove conquistò la testa del mondiale ai danni di Schumacher. Häkkinen poi giunse secondo in Francia e si ritirò a Silverstone dove Schumacher subì un grave incidente. Häkkinen poi arrivò solo terzo in Austria dopo un contatto al via col compagno Coulthard e fu protagonista di un pauroso incidente ad Hockenheim dove perse la testa del mondiale ai danni di Irvine. Il finlandese si classificò poi primo a Budapest e secondo a Spa dietro a Coulthard. Colpisce il pianto del finlandese dopo l'errore che gli costò la vittoria nel Gran Premio di Italia a Monza, dove fece un grave errore inserendo la prima marcia in un momento in cui stava spingendo al massimo e causando l'uscita di pista che gli pregiudicò la vittoria di una gara che fino ad allora stava dominando.[7] Häkkinen concluse quinto nel successivo Gran Premio e terzo in Malesia. Si arrivo, dunque a Suzuka con Häkkinen dietro di quattro punti nei confronti di Irvine, ma con una splendida prova il pilota McLaren vinse sia la gara che il titolo Mondiale, il secondo.

2000

Häkkinen su McLaren nel GP Stati Uniti 2000

Meno fortunata fu la stagione 2000, durante la quale comunque Häkkinen lottò per il titolo fino alla fine, pur dovendolo cedere al rivale Michael Schumacher; il finlandese conquistò 4 vittorie e 89 punti totali. Restò negli annali della storia della Formula 1 il sorpasso inflitto al tedesco durante il Gran Premio del Belgio mentre si stava effettuando il doppiaggio di Zonta (Schumacher allungò la frenata per doppiare Zonta all'esterno, il finlandese sorpassò entrambi all'interno), giudicato da molti esperti come uno dei più bei sorpassi della storia della Formula 1. Dopo un inizio di stagione molto difficile Häkkinen riuscì a ridurre tutto il distacco accumulato nella parte iniziale della stagione dal leader Michael Schumacher e dal compagno David Coulthard. Vincendo infatti il Gran Premio di Ungheria il finlandese si portò in testa alla classifica piloti, che tenne però solamente per tre gran premi. Nella corsa per il titolo furono decisive le gare di Indianapolis, dove Häkkinen si ritirò quando era al secondo posto mentre Schumacher vinse e Suzuka, dove raggiungendo il secondo posto permise al vincitore Schumacher di poter riportare il titolo mondiale alla Ferrari dopo 21 anni.

2001

Hakkinen durante il Gran Premio del Canada del 2001.

Nel 2001, alla fine di una stagione abbastanza deludente (solo 37 punti, 2 vittorie e tanti ritiri, tra cui quello nel Gran Premio di Spagna quando, in testa sino all'ultimo giro, dovette abbandonare la corsa per guai alla frizione), viste le numerose difficoltà incontrate decise di terminare la sua carriera ritirandosi dal mondo delle corse. Inizialmente Mika dichiarò di volersi prendere soltanto un anno sabbatico per stare più vicino alla sua famiglia, ma il ritiro fu definitivo esclusa qualche presenza nel campionato DTM. Tuttavia anche in una stagione negativa come questa Häkkinen riuscì a togliersi qualche soddisfazione come i trionfi a Silverstone nel Gran Premio di casa delle McLaren e negli Stati Uniti ad Indianapolis, dove Häkkinen ottenne la sua ultima vittoria in Formula 1. Nell'ultima gara della sua carriera a Suzuka Häkkinen terminò quarto dopo aver ceduto il gradino più basso del podio al compagno David Coulthard.

A fine novembre 2006 il trentottenne Mika Häkkinen, dopo cinque anni di assenza, è tornato alla guida di una monoposto McLaren Mercedes in un test effettuato sul circuito di Barcellona il 30 novembre, in cui però pesò la prolungata inattività e i tempi furono molto lontani da quelli Lewis Hamilton, allora debuttante in Formula 1.

Nel suo palmarès finale figurano 161 gran premi disputati, con 20 vittorie, 26 pole position, 24 giri più veloci in gara e 420 punti conquistati; 83 arrivi a punti e 39 partenze in prima fila. Häkkinen è passato alla storia per essere stato l'unico pilota in grado di mettere veramente in difficoltà Michael Schumacher nel periodo in cui il campione tedesco sbaragliava la concorrenza, distinguendosi tra l'altro per correttezza e sportività.

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